lunedì 10 giugno 2013

Felipe di Spagna celebra Rafa Nadal al Roland Garros, dopo i fischi al Liceu e il no alle nozze svedesi

Quando un atleta spagnolo ottiene un risultato esaltante e storico, meglio tenersi alla larga dai media spagnoli, soprattutto se, come è il caso di Rafael Nadal, si considera simpatico e adorabile. Così dopo l'ottavo Roland Garros conquistato da Rafa Nadal, l'unico tennista che conta su una sola sconfitta nelle sue partecipazioni al torneo francese (ma quanto è grande, il maiorchino?), si è pensato Immenso Rafa!, ma non si sono più guardati i siti web spagnoli né le tv.
E solo stamattina si è scoperto che sugli spalti, a celebrare la finale spagnola tra Rafa e David Ferrer, c'era il principe Felipe di Spagna. Non è andato al matrimonio di Madeleine di Svezia e Chris O'Neill, risultato essere uno dei matrimoni più romantici degli ultimi anni, complici il fascino di Stoccolma, la bellezza della sposa e la felicità dello sposo. L'hanno spedito a Parigi, ad assistere a quello che sarebbe stato comunque un trionfo spagnolo ed è risultato essere uno dei momenti storici più esaltanti del tennis contemporaneo.
Oggi elconfidencial.com riporta che la Casa Reale ha decido di diminuire le apparizioni pubbliche dei membri della Famiglia Reale, in particolare dei Principi, per evitare di esporli ai fischi, vista l'accoglienza riservata a Felipe e Letizia al Teatro Liceu di Barcellona; pare ci sia una certa disperazione alla Zarzuela e che non si sappia più come fare per riconquistare il favore popolare. Un consiglio banale: dire la verità? Iniziare a essere trasparenti? Lasciare che la Giustizia raggiunga, eventualmente, anche l'Infanta Cristina, che non si sa più come proteggere dallo scandalo che ha travolto il marito? Lasciare che Adiós Princesa, il libro di David Rocasolano, sia recensito per quello che è, evitando i commenti sulle ragioni del cugino di Letizia e dando le dovute spiegazioni sui contenuti? Iniziare a trattare gli spagnoli come concittadini a cui si deve l'incarico istituzionale e il servizio e non come sudditi a cui nessuna spiegazione si deve?
vanitatis.com riporta che la Casa Reale spagnola è rimasta senza rappresentazione al matrimonio di Madeleine di Svezia (unica con la olandese e la belga, ma recidiva, dopo il niet alle nozze di Albert e Charlene di Monaco e le toccate e fuga ai matrimoni dei Duchi di Cambridge e dei Granduchi ereditari del Lussemburgo), per decisione di Letizia Ortiz. La Principessa non lavora nei fine settimana; pare abbia fatto sapere che lei di sabato e di domenica va solo ai matrimoni degli amici, agli altri "che vada Felipe". E siccome una Principessa capace di mostrare pubblicamente il proprio scontento al marito con un me da igual (non me ne frega niente) e, in altra occasione, con un sospettato jódete (fottiti) simulato con le labbra al marito, non si può portare fuori se non ha voglia, essendo imprevedibili le conseguenze, e siccome se Felipe fosse andato da solo, si sarebbero moltiplicati i dubbi sullo stato del suo matrimonio, ecco che i Principi sono rimasti a casa (ma poteva andare l'Infanta Elena, almeno). Certo, su una futura regina che ragiona e agisce in questi termini, con questo alto senso delle istituzioni e del dovere, c'è poco da aggiungere.
Rimane il Principe e rimangono queste foto in cui lo si vede celebrare il successo di Rafa Nadal (vabbe', avrebbe festeggiato comunque: comunque la Spagna avrebbe fatto storia, ieri, a Parigi). E non si sa, se fa tenerezza questo Principe, a cui non ne sta andando bene una, che fino a una decina di anni fa era il principe charmant d'Europa e aveva la strada diritta verso il trono e che invece adesso si trova prigioniero (impotente?) di una monarchia impopolare, vittima di molti sbagli dei suoi membri e di una crisi economica, sociale e politica imprevista, e che chissà se regnerà davvero. O se fa rabbia, perché alla fine aveva anche ragione re Juan Carlos, che vogliono le leggende che abbia pronunciato la fatidica frase mio figlio s'è giocato la monarchia, al commentare l'ingresso in famiglia di Letizia Ortiz. Vittima di molti errori non suoi, ma anche incapace di compiere con intelligenza l'unica scelta che doveva fare prima di salire al trono: la futura regina.
In questi giorni spagnoli non c'è una sola voce che, toccando l'argomento, accetti l'idea di una Letizia regina. Non una. Anche al leggere i commenti sul'impopolarità della Famiglia Reale e sui fischi al Liceu, si legge che Fictizia (uno dei più antichi soprannomi della Principessa, usato già dai colleghi di TVE) cae mal, non piace. E ormai c'è poco che Letizia possa fare per iniziare a caer bien, a essere simpatica: qualunque cosa faccia viene guardata con sospetto e antipatia e poche sono le voci che si alzano a difenderla e a chiedere un po' di rispetto e di obiettività. E per avere Letizia Felipe ha mentito ai suoi genitori, perché sapeva che altrimenti non avrebbe avuto il permesso di sposarla.
E non si capisce se questa tenerezza che a volte Felipe ispira, questa empatia per tutte le difficoltà che sta trovando verso un trono che considerava suo, un semplice avvicendamento in una monarchia parlamentare, siano poi così giuste. In fondo, buona parte di tutti questi fischi e di questo malcontento se li è un po' cercati, anche lui.
Felipe a Parigi, celebra il successo di Rafa Nadal.