Fino al
suo matrimonio con la storica fidanzata, Laura Vecino, il duca di Feria
Rafael Medina era considerato il
miglior partito di Spagna. Un titolo ereditato quando il principe Felipe ha
sposato Letizia Ortiz e che ha poi passato al fratello Luis. Entrambi i
fratelli Medina sono alti, tonici e con un volto di statua greco-romana (amico da anni della sposa, Luis è stato l'unico invitato spagnolo alle nozze di Madeleine di Svezia e Chris O'Neill, la scorsa settimana, e il look dell'accompagnatrice assegnatagli dal protocollo è stato studiato in Spagna quanto quello delle principesse reali). Sono
tra gli aristocratici più osservati del Paese: discendono da una delle più
importanti famiglie spagnole, i Medinaceli, con radici nell'antica nobiltà
andalusa e nei suoi latifondi. Tra i loro antenati c'è Alfonso X il Saggio, ma
Rafael ama dire con un sorriso che la nobiltà è sì ragione d'orgoglio,
ma nella vita reale serve a poco o niente. "E' una cosa simbolica, anche
se molto bella e dobbiamo utilizzarla perché si conosca la Storia. Siamo
moralmente obbligati a conservare il nostro patrimonio, la Casa de Pilatos o il
Pazo de Oca, nel nostro caso, e a mostrarlo al pubblico come parte del legato
storico, per questo è importante la Fondazione Medinaceli".
Cinque anni fa Rafael ha lasciato il suo sicuro lavoro di finanziere in banca
per aprire, con un paio di amici sivigliani, una sua società, Scalpers,
dedicata all'abbigliamento maschile. Raccontano le leggende che Nati Abascal
abbia accolto la scelta azzardata del figlio con molta preoccupazione e una
certa rabbia: con tutto quello che aveva lavorato per dargli un posto
prestigioso e sicuro, lui metteva in rischio futuro e stabilità per un'impresa
che chissà. Nati, la bellissima e famosissima madre dei fratelli Medina, è
stata una delle icone della moda spagnola degli anni 60 e 70, tra le modelle
predilette di Valentino, ed è oggi una donna di gusto raffinato e riconosciuto,
richiestissima stylist-maker nei servizi fotografici glamours di Hola.
E' un gusto che Rafael, diventato a sua volta uno dei giovani uomini più
osservati del Paese, riconosce di aver ereditato e di aver utilizzato anche in
Scalpers. Cinque anni dopo il suo lancio, il marchio gode di buona salute, come
riconosce il bel duca in
una lunga intervista a Fuera de Serie. "Abbiamo iniziato
vendendo cravatte, che avevano come marchio un polpo, simbolo dello
scalper, un'operazione commerciale che si risolve in una giornata. E' partito
tutto da lì. Lavoravamo in casa e montavamo mercatini, poi siamo passati a un
sotterraneo e adesso siamo 70 persone".
Nel 2012 hanno fatturato 7,1 milioni di euro, fa i conti Fuera de Serie,
il ritmo di crescita è stato del 35% annuo e l'obiettivo del 2013 è un
fatturato di 10 milioni di euro con un margine di guadagno del 18%. "Sono
obiettivi che stiamo rispettando nei nostri negozi, dobbiamo aspettare i
risultai di vendita nei negozi multimarca, ma la fatturazione fuori dai nostri
negozi, nel 2012 è aumentata del 49%". Come è possibile tutto questo,
vista la crisi economica, non solo spagnola? Il duca, come tutte le persone che
hanno creato da sole la propria impresa, ha una ricetta: lavoro, impegno e
convinzione.
"Tutti i marchi del lusso come i grandi low-cost spagnoli vivono oggi del
mercato straniero, quasi tutti hanno crescite negative nel mercato interno. Noi
siamo un piccolo marchio nato nel 2007, nel pieno dello scoppio della crisi
mondiale. Ma abbiamo un prodotto attraente a un prezzo corretto, che ha una
clientela nel mercato nazionale. E su questo abbiamo lavorato per dare la nostra impronta a tutto quello che proponiamo: nei negozi, per esempio, ogni quadro che vedi, ogni
mobile o ogni indumento indossato dai nostri commessi, è stato personalizzato e
pensato da me". E oltre alla personalizzazione del prodotto, ci sono anche
i prezzi. Scalpers, nonostante abbia come target uomini dal gusto raffinato e
metropolitano, impegnati nel lavoro e con stile di vita cosmopolita, ha
prezzi accessibili: "Vendiamo un lusso accessibile, per vestire bene a
prezzi ragionevoli" sostiene Rafael "Un nostro vestito non costa 1000
euro, ma 450 al massimo; una cravatta non costa 150, ma 60 euro".
Prezzi ragionevoli, come dice Medina, per uno stile classico moderno o, come lo
definisce ancora il duca "uno stile cosmopolita, che mi sono portato dai
molti anni che ho vissuto all'estero. Un classico contemporaneo e rinnovato,
con un twist ribelle, perché non rimanga nella naftalina. E' il nostro stesso
stile di vita: gente che viaggia, che va in ufficio tutti i giorni, che i fine
settimana va in campagna o al mare con la famiglia…"
Nell'intervista Rafael Medina parla della grande influenza di sua madre, Nati
Abascal, che dopo il divorzio dal Duca di Feria, per non far vivere ai figli le
tensioni e i successivi scandali di cui è stato protagonista il nobiluomo, li
ha spediti a studiare all'estero. Quando hanno lasciato la Spagna Rafael aveva
11 anni e Luis 9; hanno studiato in collegi britannici e statunitensi; intorno
ai 15 anni di Rafael erano in una scuola della Pennsylvania "totalmente
isolata e circondata da boschi, il semaforo più vicino era a 50 km". Ma,
anche se sono state esperienze molto dure, che hanno rafforzato il legame tra i
due fratelli, Rafael oggi è grato alla madre per averlo fatto vivere all'estero,
per l'esperienza acquisita, per le lingue apprese (ne parla quattro) e per la
mentalità cosmopolita assorbita, che oggi utilizza per consolidare l'immagine e
l'espansione di Scalpers. Una madre come Nati Abascal, coccolata dai media,
capace di essere entrambi i genitori contemporaneamente e di lavorare tutto il
giorno per garantire ai figli la migliore istruzione e la stabilità economica,
"insegna a non prendere le cose in maniera drammatica e a sentirsi più
forte davanti agli ostacoli. Si sopravvive solo se ci si sa alzare dopo una
batosta, possiamo applicare questo agli affari e alla vita di una persona
qualunque".