giovedì 27 giugno 2013

La critica del Principe Felipe: Che nessuno studente spagnolo sia costretto a lasciare gli studi

Per evitare i fischi, diventati ormai abituali a ogni apparizione di un membro delal Famiglia Reale, l'ingresso al Palazzo dei Congressi di Girona è stato blindato dai Mossos d'Esquadra, la Polizia catalana. Secondo quanto riporta la tv la Sexta, è stato anche impedito ai giornalisti di riprendere l'arrivo dei Principi delle Asturie, in modo da impedire che le imbarazzanti immagini dei futuri sovrani contestati girino tra telegiornali e web.
Così la cerimonia di consegna dei Premi del Forum Impulsa, tradizionalmente presieduta dai Principi, è apparsa blindatissima e un po' surreale, visto che sono stati ammessi solo gli applausi.
Ma la cosa più interessante è stata il discorso del Principe Felipe. Il Premio è indirizzato ai giovani talenti e di loro ha parlato il Principe, lanciando qualche critica indiretta al Governo. "Non possiamo permettere che uno solo dei nostri studenti abbandoni gli studi. E dobbiamo far sì che chi li ha abbandonati in passato recuperi la sua preparazione professionale" ha affermato Felipe. "Non mi stancherò di ripetere, tutte le volte che sarà necessario, che i nostri giovani non possono aspirare a un impiego di qualià senza un'adeguata formazione" ha detto ancora il Principe.
Tutte parole condivisibili, che rientrano nella preoccupazione costituzionale della Casa Reale per il benessere generale e per il rispetto dei diritti di tutti i cittadini. Ma.
Sono anche parole che arrivano dopo giorni di durissime polemiche tra Governo, opposizione, reti sociali e media di tutti i colori. Il Governo conservatore ha presentato una Proposta di Legge per la riforma della scuola e dell'università, che non solo introduce nuovamente l'ora di religione obbligatoria, riduce l'autonomia della Catalogna e aumenta le tasse, ma rivede anche i criteri per l'assegnazione delle borse di studio. E' stato calcolato che con questa riforma circa 50mila studenti dovranno lasciare gli studi perché non potranno pagare le tasse universitarie o non avranno le medie richieste per le borsse di studio.
Quest'ultimo è uno degli elementi più contestati della nuova Legge: la media richiesta è infatti 6,5 (in Spagna la sufficienza è 5). Le opposizioni e la blogosfera hanno ricordato più volte al contestatissimo ministro José Ignacio Wert, il più impopolare del Governo Rajoy, che le borse di studio non servono per premiare i più meritevoli, ma per garantire il diritto allo studio. Il web, subito ripreso dal PSOE, ha calcolato che le matricole scolastiche e universitarie servono per pagare solo il 20% dei costi della scuola, dunque, l'istruzione dei giovani viene pagata da chiunque paghi le tasse; se ai più poveri vengono negate le borse di studio, eprché viene chiesto loro unos forzo di qualità ulteriore, che non viene richiesto ai figli dei ricchi, i genitori più poveri saranno beffati due volte: pagheranno, con le loro tasse, gli studi di chi è più ricco di loro e, allo stesso tempo, non vedranno rispettato il diritto allo studio dei propri figli. Non solo. Vari media hanno ricordato che numerosi politici, compresi Mariano Rajoy e José Maria Aznar, non avrebbero potuto laurearsi, se fossero stati poveri, perché la loro media è stata inferiore a 6,5.
Dopo giorni di polemiche e attacchi, lasciato solo anche dai media della destra, Wert ha ceduto e ieri ha annunciato che verrà rivisto il criterio del 6,5. E' una vittoria delle opposizioni, del web e dei media, che non hanno smesso di denunciare la palese ingiustizia che si stava compiendo verso gli studenti di classe medio-bassa.
Le parole del Principe, circa la necessità che nessuno studente abbandoni gli studi, sembrano prendere posizione sulle poemiche di questi giorni e sembrano esprimere le preoccupazioni della Casa Reale sulla deriva spagnola in materia di diritti. Sarà davvero così o è solo un'impressione?
Non è la prima volta che i Principi manifestano una certa perplessità davanti all'azione del Governo. Qualche settimana fa è stata Letizia Ortiz, a un seminario sul Giornalismo e la Crisi Economica, a esprimere la propria preoccupazione circa l'uso e la manipolazione che vengono fatti della parola. Certo, dalla Casa Reale, che per non parlare della separazione dell'Infanta Elena annuncia la "fine temporanea della convivenza" con il marito Jaime de Marichalar, la lezione è un po' difficile da assimilare, ma la manipolazione delle parole (l'aumento delle tasse definito "redistribuzione dei sacrifici", la fuga dei cervelli diventata "necessaria esperienza all'estero") è reale, con tutte le conseguenze sulla formazione dell'opinione dei cittadini.
In questi discorsi letti dai Principi, i media spagnoli tendono a non vedere una critica, o comunque una presa di distanza dei futuri sovrani dalle scelte politiche del Governo; tendono più a raccontare dei fischi e degli applausi, delle espressioni lontane e assenti della Principessa o dei suoi outfits. E' vero che il benessere dei cittadini e la difesa dei loro diritti è un dovere costituzionale del sovrano (non della Famiglia Reale, che non ha alcuna funzione costituzionale), ma che queste osservazioni di Felipe arrivino proprio nei giorni delle polemiche, non sembra così casuale. 
Dal web spagnolo, Felipe e Letizia alla consegna dei Premi del Foro Impulsa.