Se un Presidente del Governo viene accusato, da una serie di carte autografe del
tesoriere del suo partito, di aver ricevuto uno stipendio in nero per una
ventina d'anni, oltre a quello ufficiale di Ministro, Deputato e Dirigente di
Partito, deve dimettersi? In un Paese serio, civile e settentrionale, senza
ombra di dubbio. In un Paese come la Spagna (o l'Italia), non ci pensa neanche.
Mariano Rajoy è tra i dirigenti che avrebbero ricevuto versamenti in nero, intorno ai 40mila euro annuali, e che figurano nella lista della contabilidad B del
Partido Popular, tenuta da Luis Bárcenas fino a quando, nel 2009, è stato travolto dal caso Gürtel. Le indagini sulle attività di Bárcenas si sono
intensificate all'inizio dell'anno, quando sono stati scoperti tre conti in
Svizzera a suo nome, per un valore di oltre 22 milioni di euro. Poco dopo il
ritrovamento di questi conti, El Pais ha pubblicato le fotocopie della
contabilità segreta , e manoscritta, con cui Bárcenas finanziava il PP e i suoi dirigenti,
attraverso donazioni, illegali, di multinazionali, banchieri e amici vari; nella
lista dei dirigenti pagati figurano, oltre a Rajoy, anche, tra gli altri, l'ex
vicepresidente di José Maria Aznar, ex direttore del FMI ed ex presidente di
Bankia Rodrigo Rato, l'ex Ministro, e attuale vicesgretario del PP Javier Arenas,
l'ex Ministro e attuale presidente di Foro Asturias Francisco Alvarez Casco;
insomma, la cupola del PP sarebbe stata finanziata illegalmente per anni con
versamenti che si aggiungevano agli stipendi ufficiali.
Il PP ha reagito denunciando El Pais e sostenendo che i documenti pubblicati
erano semplici fotocopie; lo stesso Bárcenas ha negato che la grafia degli
appunti fosse sua. Poi.
Il 27 giugno l'ex tesoriere del PP è stato arrestato, per pericolo di fuga,
accusato di frode fiscale, riciclaggio di denaro, falso in documenti e amenità
del genere; l'arresto è arrivato dopo un interrogatorio, durante il quale non
ha saputo dimostrare la provenienza dei 48 milioni di euro trovati in Svizzera e
collegabili a lui (uno dei suoi avvocati ha parlato di "risparmi di tutta
una vita"). L'arresto di Bárcenas ha segnato un prima e un dopo in questo
scandalo.
Da una parte l'ex tesoriere del PP ha conquistato gli altri carcerati
mostrandosi educatissimo e gentile ("E' venuto e si è presentato, ha
chiacchierato con noi e a uno ha anche regalato un paio di pantaloni" hanno
raccontato in tv, affascinati, alcuni carcerati in uscita), dall'altra
ha deciso di morire, portandosi tutti i Filistei, a cominciare da Maria Dolores
de Cospedal, numero 2 del PP e braccio destro di Mariano Rajoy nel partito, e lo stesso Pesidente
del Governo, colpevoli di averlo lasciato solo davanti alla Giustizia e di non
averlo protetto, pur sapendo e avendo goduto per anni dei vantaggi del
finanziamento illegale al partito.
Così, qualche ora prima dell'arresto, ha confidato a Pedro J. Ramirez, il
direttore di El Mundo, che sì, effettivamente il PP ha avuto una contabilità segreta per almeno vent'anni, ottenuta grazie alle donazioni di imprese che
avrebbero avuto in cambio appalti e commesse. E ha anche ammesso che la
documentazione pubblicata da El Pais era autentica. La prova? Ha consegnato a
Pedro J., che l'ha pubblicato sul suo quotidiano, l'originale di quelle
fotocopie, finito subito agli atti delle indagini, su richiesta della
Procura.
La prova pubblicata da El Mundo è stata un vero e proprio choc per il mondo
politico spagnolo. Il PP ha cercato di ricorrere ai ripari con un comunicato,
che è una fotocopia di quello già diffuso ai tempi di El Pais: è falso che il
partito si sia finanziato illegalmente, tutta la sua contabilità è trasparente
ed è stata tenuta rispettando scrupolosamente la legge. Scaricato Bárcenas da
tempo, c'è da difendere l'intera cupola del Partito, coinvolta nell'accusa di
finanziamento illegale.
E' in atto un vero e proprio scacco al Re: Mariano Rajoy è accusato di aver
ricevuto denaro proveniente da fondi illegali, d'accordo, ma ci sono accuse
ancora più gravi. I versamenti sono iniziati quando lui era Ministro di José
Maria Aznar, in particolare quando ha guidato, in tempi successivi, il Ministero
dell'Amministrazione Pubblica e quello dell'Istruzione; per la Legge
dell'Incompatibilità delle cariche, non poteva, in quanto Ministro, ricevere
altro emolumento che quello derivante dalla sua carica. Ma il Presidente, come
sua abitudine, non risponde alle accuse. Ieri ha addirittura detto che ci sono
cose più importanti di cui occuparsi in Spagna. Più importante di un
Presidente del Governo corrotto? Che guarda corrucciato e fosco le spese dello
Stato Sociale e poi per vent'anni ha ricevuto uno stipendio extra non
denunciato? Per difendersi dalle accuse di El Pais e per dimostrare la
trasparenza dei suoi conti, alcuni mesi fa ha pubblicato la sua dichiarazione
dei redditi: ma avete mai visto, voi, qualcuno che riceve denaro in nero e lo
denuncia?! E' la stessa difesa adottata dal PP: non ha mai ricevuto
finanziamenti illegali o in nero, lo dimostra la sua contabilità... Ma chi
inserisce nella sua contabilità ufficiale i suoi ingressi in nero?!
Il PSOE si è portato avanti con il lavoro e ha chiesto le dimissioni di Mariano
Rajoy.