venerdì 9 gennaio 2009

Sin tetas no hay paraiso: le ultime parole di El Duque, nelle braccia di Catalina

Così la seconda stagione di Sin tetas no hay paraiso è arrivata al suo epilogo. Telecinco aveva annunciato da tempo che l'8 gennaio avremmo finalmente saputo se Duque riusciva a fuggire con la sua Catalina verso un futuro migliore o se il suo passato di narcotrafficante lo avrebbe intrappolato in una morte violenta. Le riviste del corazón avevano rivelato già a novembre che la tv spagnola di Berlusconi aveva girato un doppio finale e che avrebbe deciso solo alla fine quale avrebbe mandato in onda; quasi tutte avevano pubblicato persino i fotogrammi dei possibili finali. Sapevamo insomma già tutto: il Duque e Catalina con un delizioso bambino dai capelli scuri in un luogo esotico a rifarsi una vita oppure Catalina piangente inchinata sul Duque morente con un'inequivocabile macchia di sangue sul petto. Spiazzata dalle anticipazioni, Tele5 ha deciso di stare al gioco (sempre se non è stata tutta una strategia di marketing) e ha rilanciato, offrendo ai telespettatori di decidere il finale con un sondaggio nella sua pagina web. In realtà, come direbbe Riccardo Cocciante, era già tutto previsto: Miguel Angel Silvestre non ne voleva più sapere del serial, Amaia Salamanca era disponibile per una terza serie.
Quindi l'epilogo della seconda stagione era un po' scontato. El Duque, diventato confidente della Polizia per amore, è morto ammazzato da uno dei narcotrafficanti traditi, tra le braccia della sua bella, che se avesse manifestato dolore con maggiore convinzione sarebbe stato meglio. Catalina, che nella penultima puntata aveva ucciso il marito malisimo, che stava per uccidere il suo Duque, si è beccata 13 anni di galera e pazienza la legittima difesa. Un morto e una carcerata, questo il finale della più struggente e appassionante storia d'amore raccontata da una serie televisiva spagnola, quest'anno. Ovviamente le proteste sulla pagina web di Tele5 sono state immediate, con tanto di minaccia di non vedere neanche per sbaglio la terza stagione già in programma, senza il carismatico Duque. Così la tv madrilena, che è diretta da autentici marpioni che sanno il fatto loro, ha annunciato sin da subito, che avrebbe trasmesso anche il finale felice, in onda stasera, 9 gennaio, in prima serata. Se il finale tragico ha rotto ieri sera tutti i record ed era oggi commentato in qualunque conversazione spagnola, anche da quelli che si vantano di non aver mai visto il serial (ma non si vantano di non avere idea di chi sia el Duque, perché sennò dovrebbero ammettere di non aver vissuto in Spagna nell'ultimo anno), chissà cosa succederà stanotte con il finale felice, quello che tutti volevano.
Il doppio finale di Sin tetas no hay paraiso apre nuovi scenari. Innanzitutto tradisce definitivamente il libro di Gustavo Bolivar e il format della telenovela colombiana a cui si era ispirato, ma poi costringe anche a chiedersi se chi sta raccontando una storia ha ben chiari personaggi, idee, situazioni o non ha niente da dire e va dove va la corrente, e allora perché perdere il tempo ad ascoltarlo. Come se ci dicessero che il lupo ha mangiato la nonna, ma se noi non vogliamo i fratelli Grimm ci scrivono un'ulteriore versione in cui Cappuccetto Rosso arriva in tempo a salvarla... ma i fratelli Grimm avevano in mente una storia da raccontare, piacesse o meno al pubblico?
Il finale tragico del Duque ha una funzione moralistica, spiegano da Tele5: un narcotrafficante, per di più assassino spietato, non poteva avere un finale felice, nonostante la conversione per amore, perché non sarebbe stato giusto, con buona pace delle seconde opportunità e delle speranze di redenzione dei criminali. Ma, soprattutto, permette alla rete di continuare a sfruttare il serial di maggior successo dell'anno pur senza il suo protagonista. Questo è l'errore di Tele5. Nell'ansia di imporsi, non sa fermarsi in tempo: così ha spremuto fin quando è stato possibile Los Serrano, dotandolo poi del farsesco finale che ha fatto infuriare i fans più fedeli, quando ormai i principali protagonisti erano passati ad altri progetti; fa vivacchiare nel primo pomeriggio Yo soy Bea, il serial che, ispirato alla telenovela colombiana Betty la fea, è stato un autentico fenomeno fino a un anno fa, e che adesso, con nuovi protagonisti, non riesce a reggere la concorrenza. E adesso rischia di rovinare anche la fama e il successo di Sin tetas no hay paraiso, difficilmente immaginabile senza Miguel Angel Silvestre e affidato solo alla bella, ma non espressivissima Amaia Salamanca.
Lasciando Tele5 al suo brodo di scelte discutibili e sorprendenti, rimaniamo con le ultime parole, sussurrate fuori campo dal Duque morente. Romantico come pochi, meritava che tutto finisse con questi suoi pensieri (meritava di finire in quel luogo esotico con Catalina, ma vabbe', non si può neanche essere troppo romantici nella vita).
"Potere, ricchezza, fama. Ho ottenuto tutto quello che volevo, eppure mi sentivo morto. Sì, ero morto. Per rendermene conto è bastato solo uno sguardo, uno sguardo che mi ha cambiato la vita a 180°. Lei mi ha guardato in modo diverso, ha visto che dentro la bestia esisteva ancora un po' di umanità. Mi ha riportato alla vita, mi ha dato l'affetto di cui ho sempre avuto bisogno, è stata la ragione per sopravvivere, per lasciare tutto alle spalle, incominciare di nuovo. Mi pento di molte cose, ma non cambierei per niente al mondo un'ultima alba al suo fianco. Se questo è il prezzo che devo pagare per averla amata, non c'è niente nella vita che mi sia costato meno. Non sento dolore, voglio solo rimanere così per sempre, nelle braccia di Catalina".
PS Entrambe le stagioni di Sin tetas no hay paraiso sono su www.telecinco.es/sintetasnohayparaiso; ci sono già entrambi i finali (farà i programmi più trash della tv spagnola, ma come sa usare il web Telecinco, probabilmente non sa farlo nessuna tv).