giovedì 6 novembre 2008

La vera lezione delle Vidas robadas, dura telenovela d'Argentina

1.jpg (9433 byte)Una settimana fa il Teatro Opera di Buenos Aires era affollato da oltre 2000 fans di Vidas robadas, invitati dalla produzione a vedere el gran final della telenovela insieme al cast.
Di Vidas robadas si è parlato varie volte su Rotta a Sud Ovest: il ritorno in tv di Facundo Arana, il biondo più amato d'Argentina, la tratta delle persone come sfondo di un'appassionata storia d'amore, le difficoltà di audience e il successo di critica, con il riconoscimento di Buenos Aires, che l'ha nominata produzione di interesse culturale, fino al meritato successo finale e un'ultima puntata arrivata a sfiorare il 35% di share.
La fortuna di Vidas robadas è stata proprio l'insuccesso iniziale. Il pubblico si aspettava un Facundo Arana bello e impeccabile come sempre, al centro di una storia d'amore inserita in un contesto drammatico, e si è trovato invece con l'attore in un ruolo inedito e insolito, con il suo fascino personale in netto secondo piano e una protagonista femminile, Monica Antonópulos, sconosciuta e non troppo carismatica. La sorpresa è stata tale che Vidas robadas non ha superato per settimane il 15% di ascolti e per settimane i media hanno parlato di un suo imminente ritiro e del primo fallimento della carriera di Arana. Non avevano contato sulla reazione di Telefe, che non solo si è rifiutata di ritirare la sua produzione più ambiziosa, ma ha deciso di modificarla e di insistere.
La storia inizia con Bautista Amaya (Facundo Arana) che conosce Ana Montserrat (Monica Antonópulos), bella figlia unica del proprietario terriero Astor, e se ne innamora, senza sapere che Astor è il capo di una rete che rapisce giovani donne per costringerle a prostituirsi nei bordelli di provincia e che ha appena rapito Juliana, la cui madre, Rosario, si rivolge ad autorità e media per ritrovarla, scoprendo collusioni e complicità; indagando sulla morte dell'amico giornalista Mateo, Bautista scopre un traffico di persone che inevitabilmente lo porta a conoscere Rosario e a lottare con lei per la liberazione di Juliana. E' evidente che il "melodramma" doveva essere la scoperta dei legami di Astor con la tratta e la conseguente "crisi" tra Ana e Bautista.
Il cambio degli autori e la trasformazione della telenovela da "storia d'amore sullo sfondo della tratta delle persone" a "tratta delle persone con sullo sfondo una storia d'amore" è stata la chiave del successo di Vidas robadas. L'attenzione è stata infatti spostata alle indagini per ritrovare Juliana e al lavoro di Rosario per ritrovare la figlia, anche attraverso la creazione di una fondazione che aiuta le giovani donne liberate dalla schiavitù sessuale. Inevitabilmente i "cattivi" hanno avuto un maggiore protagonismo. Così abbiamo scoperto i due uomini di fiducia di Astor, Nicolás, per colmo del melodrama marito di Ana, e Dante, entrambi bambini di strada, salvati dalla fame dal mafioso, che ha dato loro un tetto ma anche una vita da criminali. Nicolás e Dante sono legati da uno dei pochi sentimenti puri che si vedono nella telenovela: cresciuti in un mondo di ricatti, sangue e criminalità, hanno l'uno verso l'altro un rapporto di incrollabile, incondizionale e commovente fraternità. Sono sempre l'uno accanto all'altro, sono l'uno la forza dell'altro. Dante è freddo e distaccato, Nicolás è sanguigno e passionale. Dante è cosciente della vita e del destino che gli sono stati assegnati, Nicolás sembra rifugiarsi più facilmente nel sogno di un amore possibile. Nicolás è protagonista di una delle scene più dure di tutta la telenovela: a Juliana appena rapita e terrorizzata, bendata e legata, punta una pistola alla tempia e le dice che le dà la possibilità di scegliere. O un futuro da puttana in qualche bordello o un colpo alla tempia immediatamente. Lei, che fino al giorno prima era una felice ragazza di provincia alla vigilia delle nozze col fidanzato, scoppia a piangere disperata. E' la scena di una telenovela. Chissà quante volte è successo nella vita reale, in qualche cantina non solo d'Argentina, ma anche d'Europa.
Ma Juliana è fortunata: Nicolás non la costringe alla prostituzione e non la uccide. Instaura con lei un rapporto ambiguo, diventato il vero tema di interesse della telenovela. Più di Facundo Arana. Costretti dalle vicende a convivere, Juliana tiene in ordine la casa, Nicolás fa il marito che lavora; a volte lui la maltratta, a volte lei lo consola; di notte hanno relazioni sessuali che lei subisce con rassegnazione e lui cerca per ricreare il sogno di un amore possibile. Inutilmente Dante gli fa notare che Juliana non è libera di amarlo e che lo sta usando per sopravvivere. Nicolás ci crede. E quando le vicende della telenovela separano la coppia, il pubblico inizia a chiedersi se tornerà insieme.
Nei forum argentini la questione è stata la più popolare di tutta la telenovela: Juliana ama Nicolás? Ogni suo gesto viene analizzato e studiato per scoprire gli indizi di un sentimento potenziale. C'è una speranza di salvezza finale per Nicolas? Ci sarà un finale felice per la coppia? Alla fine Juliana, liberata, sceglierà di tornare a casa con Rosario o vorrà stare accanto a Nicolas?
Si leggono i forum e si capisce che il pubblico ama il romance, a volte senza pensare alla drammaticità delle vicende che gli vengono proposte. Ma gli autori di Vidas robadas hanno scelto la coerenza e la serietà del messaggio finale. Potevano far innamorare la vittima del suo carceriere, una sorta di Portiere di notte del Rio de la Plata, ma non hanno voluto tradire lo spirito di denuncia della telenovela, dando una lezione a noi telespettatori innamorati del romance. In uno dei confronti più drammatici delle ultime puntate, quando i casi della novela riuniscono Juliana e Nicolás, scopriamo finalmente i sentimenti di lei, il suo disprezzo, la sua rabbia per i mesi di prigionia in cui è stata costretta a rapporti sessuali non voluti, necessari alla sua sopravvivenza. Mero oggetto dei desideri di una persona che non aveva scelto. "Tu non sai cosa vuol dire essere scopata perché non hai altra possibilità di sopravvivenza" dice piangendo a sua madre Rosario appena riconquistata la libertà.
Gli autori di Vidas robadas hanno voluto denunciare il dramma di queste giovani donne rapite e costrette a diventare oggetti per soddisfare desideri che non sono i loro. Uno scandalo e una vergogna che dovrebbe indignare qualunque società avanzata. Il messaggio e la lezione sono arrivati a destinazione, lasciando chi avrebbe voluto il romance senza pensare davanti alle proprie responsabilità e dando davvero a Vidas robadas lo status di produzione di interesse culturale.
Rimane da aggiungere che se Dante e Nicolás sono arrivati a conquistare il pubblico più di qualunque altro personaggio di Vidas robadas, lo si deve soprattutto alle splendide interpretazioni di Adrián Navarro e Juan Gil Navarro. Ci sarà modo di parlare di entrambi in questo blog.