mercoledì 6 marzo 2013

Il declino di Santiago Calatrava: i costi sproporzionati, le polemiche, i sospetti sulle sue opere spagnole

La notizia della richiesta di comparizione di Santiago Calatrava alla Corte dei Conti italiana, con l'accusa di danno erariale di 4 milioni di euro per la costruzione del ponte della Costituzione, sul Canal Grande di Venezia, non è passata inosservata in Spagna.
Non lo è perché l'architetto valenciano, tra i più amati di Spagna e tra i più famosi nel mondo, fino a una decina di anni fa, quando la sua creatività e le sue creature stupivano a Buenos Aires, a Lisbona, a Malmoe e a Valencia, è diventato, in questi anni di crisi, l'esempio della parabola spagnola. Ammirato e corteggiato quando i crediti dell'Europa mandavano fiumi di denaro in Spagna e sembrava possibile ogni spreco, costruiva le opere pubbliche più audaci e se poi, come per il ponte Zubi Zuri di Bilbao c'erano evidenti problemi di sicurezza pedonale (i pavimenti sono fatti con materiale che diventa scivoloso con l'acqua e Bilbao ha notoriamente un clima atlantico) o se come per l'avveniristica Città delle Arti e della Scienza di Valencia si presentavano prematuri problemi di manutenzione, a causa delle infiltrazioni d'acqua, quasi non importava. Sembrava l'immagine perfetta del successo e della vivacità culturale spagnola. Poi.
Poi la crisi ha permesso di allargare l'immagine e, come a volte capita, quando il primo piano viene inserito nel suo contesto, le cose non sono più com'erano sembrate fino a un attimo prima. Così, facendo i conti, si è scoperto che non c'è una delle opere monumentali affidate dalle Amministrazioni Pubbliche a Calatrava che abbia mantenuto i costi iniziali previsti. "Il suo primo lavoro a Valencia, il ponte del 9 ottobre, del 1988, ha aumentato il suo costo iniziale del 175%, richiedendo 2,7 milioni di euro invece del milione iniziale. Il Palau de les Arts Reina Sofia, sempre a Valencia, è rincarato del 210% durante la sua costruzione e nel 2005 è costato 330 milioni di euro" elenca elconfidencial.com in un articolo intitolato ironicamente Tutte le strade di Calatrava finiscono in tribunale "L'Auditorium di Tenerife è stato inaugurato varie volte, l'ultima nel 2003. Dopo 6 anni di lavori, il suo costo è quadruplicato, fino a 72,3 milioni di euro. Poco dopo l'apertura al pubblico, la punta della sua vistosa ala principale ha iniziato a presentare crepe, obbligando a rimontare le impalcature, per ripararla".
E ci sono poi i problemi di costruzione e manutenzione delle sue opere, che sono costati feroci polemiche mediatiche e importanti somme di denaro pubblico. Per esempio, l'eterna costruzione del Palacio de Congresos y Exposiciones di Oviedo, nelle Asturie, presenta difetti che il Comune ha quantificato in 1,3 milioni di euro di costo ulteriore per sistemarli. La manutenzione della colonna dorata della plaza de Castilla di Madrid, la cui costruzione è costata 14,5 milioni di euro, di cui 5,5 milioni dalle tasche dei madrileni, richiede 312mila euro annuali; "più di quanto pensato" ammette il responsabile delle Arti del Comune di Madrid Fernando Villalonga a elconfidencial.com; e non parliamo dei ponti pedonali di Bilbao o di Murcia, che presentano lo stesso difetto lamentato da molti veneziani per il loro ponte della Costituzione: sono scivolosi, che non è esattamente la cosa migliore che si possa dire di ponti pedonali; nelle due città spagnole hanno dovuto investire ulteriori 60mila euro per porre una patina antiscivolo sui loro ponti.
Le opere faraoniche e costose di Calatrava comprendono anche il mai realizzato Palazzo dell'Opera di Palma di Maiorca, previsto dall'ex presidente delle Baleari Jaume Matas, adesso in carcere per corruzione e malversazione (da una delle trame collaterali, chiamata Punto Arenas, hanno preso il via le indagini sull'Instituto Noos di Iñaki Urdangarin, con le note conseguenze). Con la sconfitta elettorale di Matas il progetto venne abortito, ma, prima di lasciare la presidenza, il politico conservatore fece in tempo a firmare un assegno di 1,2 milioni di euro a Calatrava per il disturbo, più 120mila euro per i due modelli e 80mila euro per un video; su questi compensi sta indagando il giudice José Castro, lo stesso che indaga su Iñaki Urdangarin.
I compensi sproporzionati per Calatrava si sono registrati anche a Valencia, anche lei toccata dagli scandali di corruzione, che, qualche anno fa, hanno costretto alle dimissioni l'allora presidente della Comunitat Valenciana Francisco Camps. Per la realizzazione della Città delle Arti e delle Scienze l'architetto ha ottenuto 100 milioni di euro, una cifra che, in piena polemica per gli sprechi delle Amministrazioni Pubbliche negli anni del boom, ha definito 'bassa'.
Così il panorama per l'architetto più mediatico di Spagna cambia e lui, che ha chiuso lo studio di Valencia e si è trasferito in Svizzera per non pagare le tasse, diventa più controverso: sì, opere e ponti che hanno incantato e stupito il mondo, ma dai costi astronomici e sproporzionati, mai uguali a quelli fissati all'inizio; sì, opere che, come nel caso della Città delle Arti e della Scienza, hanno dato una nuova impronta alle città, fino a diventare richiami turistici, ma anche assegnate da Giunte di etica discutibile, con sospetti di irregolarità e favori che avvicinano l'architetto pericolosamente alle trame di corruzione su cui si è retto per decenni il Paese. Così la crisi economica si porta via anche le belle storie di successo e getta altre luci su personalità fino a poco tempo fa corteggiate.
Su elconfidencial.com c'è una galleria fotografica di opere di Calatrava con relativi costi e lamentele. Oltre al ponte veneziano, ci sono buona parte degli edifici spagnoli più significativi della sua carriera.


La Colonna dorata di Madrid

Il Palazzo dei Congressi di Oviedo

L'Auditorium di Tenerife