L'operazione dell'ernia del disco di re Juan Carlos è stata un
successo. Lo ha detto il principe
Felipe al lasciare la clinica madrilena La Milagrosa, dopo aver visto il padre,
lo ha ribadito il dottor Manuel de la Torre, che ha operato il re con un'equipe
specializzata in operazioni di alta precisione. Per Juan Carlos la
convalescenza durerà da due a sei mesi, un periodo durante il quale, lo ha detto
suo figlio, lo aspetterà "un duro lavoro" fisioterapico. Riuscirà poi
a camminare da solo o dovrà ricorrere alle stampelle, come ha fatto negli
ultimi mesi, da quando è stato operato all'anca? Il dottor de la Torre non si è
sbilanciato e si è affidato alle statistiche: nella grande maggioranza dei
casi, il recupero delle funzioni è straordinariamente soddisfacente, per cui
Juan Carlos dovrebbe liberarsi delle stampelle.
Ieri, a seguire l'operazione di re Juan Carlos, sono arrivati in ospedale la
regina Sofia, le Infante Elena e Cristina, entrambe molto sorridenti, e i
Principi delle Asturie. Mancava Iñaki Urdangarin, lo hanno notato tutti, ma la
sua presenza sarebbe stata troppo provocatoria, nel momento più delicato della Monarchia. Moglie e figli del sovrano, dicono le cronache, hanno pranzato
insieme in ospedale, in attesa della fine dell'operazione, hanno parlato con i
medici e poi sono usciti, con il sorriso rassicurante. Ancora una volta la
regina e le figlie hanno fatto un'uscita separata, con un breve intervallo di
tempo, dai Principi delle Asturie, affinché l'immagine di Felipe non si veda
vicina a quella di Cristina; ed è stato ancora Felipe a parlare con i
giornalisti, a nome di tutti, con modi cortesi e parole tranquillizzanti. E'
ormai il punto di riferimento della Famiglia Reale: è il futuro, il sovrano
prossimo venturo a cui guarda tutta la Spagna in attesa dell'inevitabile
abdicazione di Juan Carlos. Paris Match lo ha messo in copertina, insieme a
Letizia, definendoli la speranza della Spagna.
E' una copertina che è stata ripresa da tutti i media. Un po' perché conferma
quello che è diventato l'argomento del giorno: la necessità dell'abdicazione di
re Juan Carlos, per liberare la prima carica dello Stato da ogni sospetto di
corruzione. Un po' perché quella copertina ha sostituito un'altra, che
rischiava di essere molto imbarazzante e che ritraeva Corinna zu
Sayn-Wittgenstein.
In meno di una settimana la principessa tedesca, che si definisce un'amica
"molto vicina" a re Juan Carlos, e che giura di sentire "molto
rispetto" per il Re e per il Principe, ha concesso un'intervista in due parti a El Mundo, è apparsa sulla copertina di Hola, con in bella evidenza un
braccialetto da 1,2 milioni di euro, che il gossip madrileno vuole sia stato un
regalo di re Juan Carlos, e minacciava un'altra copertina su Paris Match. Ma,
vista la sua onnipresenza sui media spagnoli, il settimanale francese ha optato
per una più rassicurante copertina familiare, con i Principi Felipe e Letizia
fotografati in occasione dei 40 anni della futura regina e con un articolo che
esalta le loro figure, lontane dagli scandali di famiglia, estranee alla
corruzione, impegnate nell'educazione delle figlie e nel progetto di una Spagna
nuova e moderna.
L'irruzione di Corinna sui media, però, non ha lasciato indifferente nessuno.
Perché la signorina Larsen, come la chiamano con un certo sprezzo i media che ricordano
che il titolo aristocratico non le è dovuto per sangue, ma per il secondo
matrimonio, terminato in un divorzio, ha deciso all'improvviso di parlare e di
occupare tutti gli spazi, umiliando pubblicamente la regina Sofia? Mai prima
nessuna amante di Juan Carlos aveva osato tanto. Perché Corinna sì? E' una
strategia della Zarzuela? La principessa tedesca agisce per fatti suoi?
Le teorie divergono. Anche perché si mescolano a quelle sull'abdicazione del
Re, giudicata da più parti imminente. Tutto inizia dopo l'incidente di caccia nel Botswana, quando la sua presenza accanto al sovrano è stata ufficializzata
nella peggior maniera. Il Governo spagnolo l'avrebbe costretta a
lasciare precipitosamente la bella casa a El Pardo, nei pressi della Zarzuela, e
non l'avrebbe trattata con rispetto. Di qui la sua rabbia e (forse) quella del
Re. Secondo alcune teorie, che si leggono nei vari siti web confidenziali, la bella e il re si sarebbero lasciati in quei giorni, dopo sette anni di unione (si sono conosciuti nel 2004 e sarebbero diventati
amanti pochi mesi dopo, nel 2005); secondo altre il Re si sarebbe limitato a
essere più discreto, per proteggere meglio il legame, senza però dimenticare lo
sgarbo fatto alla tedesca.
Probabilmente sarebbe tutto finito lì se Diego Torres, l'ex socio di
Urdangarin, non avesse tentato di coinvolgere Corinna nello scandalo Noos, che
vede lui e Iñaki imputati per malversazione, frode all'Amministrazione Pubblica
ed evasione fiscale. Sarebbe stato allora che, da sola o d'accordo con la Zarzuela,
Corinna avrebbe deciso di parlare e di proteggersi. Secondo alcuni osservatori, la
principessa tedesca si sarebbe limitata ad avvertire il re delle interviste
rilasciate e lui sarebbe così infuriato che, secondo fonti della Zarzuela,
"la cosa buona è che lei non metterà mai più piede qui". Secondo altre, invece,
le interviste a Corinna sarebbero state orchestrate dallo stesso re Juan
Carlos, in un tentativo di far conoscere la sua amante agli spagnoli (ai figli
aveva già parlato di lei in una cena di un anno fa, che aveva voluto solo con
loro, senza nuora né genero); il disegno di Juan Carlos, che starebbe negoziando
la sua abdicazione, sarebbe quello di separarsi da Sofia e sposarsi civilmente con Corinna e vivere con lei tra la Spagna e l'estero, una volta abdicato.
Addirittura si sostiene che re Juan Carlos aveva pensato a un'abdicazione a
sorpresa, per la Settimana Santa, poi abortita a causa delle indiscrezioni uscite nel web. Teorie credibili? Non credibili? Ce n'è per i gusti di tutti, per
i più romantici e per i più cinici.
E ci sono anche le imbarazzanti dichiarazioni di Corinna, che rivela di lavori "delicati" portati a termine per il Governo spagnolo e che sono stati smentiti sia dai socialisti che dai conservatori: erano forse 'lavori' in nome di Juan Carlos? Delle frequentazioni arabe del sovrano e della sua amante ci sono molte prove grafiche, ma le dichiarazioni di Corinna fanno sospettare di succulente commissioni avute da Juan Carlos nelle sue mediazioni tra monarchie del Golfo e imprese spagnole (El Mundo, in un tentativo di pulire l'immagine di Corinna, ha rivelato ieri la milionaria commissione ottenuta dall'ex moglie di Adnan Kashoggi in una mediazione per far ottenere alle imprese spagnole la costruzione dell'AVE tra la Mecca e Medina); ma è accettabile che il Re, che ha un appannaggio pubblico, riceva commissioni per le sue mediazioni? ed è giusto che la sua rappresentanza del Paese preveda anche mediazioni di questo tipo? Tutte domande che fanno traballare la figura di Re Juan Carlos e, di conseguenza, il suo trono (ma mettono in difficoltà anche il futuro della Monarchia: stamattina El Pais ha pubblicato un decalogo, sui necessari cambi della Monarchia, compresa l'accettazione di appannaggi ridotti e di maggiore trasparenza).
E ci sono anche le imbarazzanti dichiarazioni di Corinna, che rivela di lavori "delicati" portati a termine per il Governo spagnolo e che sono stati smentiti sia dai socialisti che dai conservatori: erano forse 'lavori' in nome di Juan Carlos? Delle frequentazioni arabe del sovrano e della sua amante ci sono molte prove grafiche, ma le dichiarazioni di Corinna fanno sospettare di succulente commissioni avute da Juan Carlos nelle sue mediazioni tra monarchie del Golfo e imprese spagnole (El Mundo, in un tentativo di pulire l'immagine di Corinna, ha rivelato ieri la milionaria commissione ottenuta dall'ex moglie di Adnan Kashoggi in una mediazione per far ottenere alle imprese spagnole la costruzione dell'AVE tra la Mecca e Medina); ma è accettabile che il Re, che ha un appannaggio pubblico, riceva commissioni per le sue mediazioni? ed è giusto che la sua rappresentanza del Paese preveda anche mediazioni di questo tipo? Tutte domande che fanno traballare la figura di Re Juan Carlos e, di conseguenza, il suo trono (ma mettono in difficoltà anche il futuro della Monarchia: stamattina El Pais ha pubblicato un decalogo, sui necessari cambi della Monarchia, compresa l'accettazione di appannaggi ridotti e di maggiore trasparenza).
E infatti la sua abdicazione del Re è diventata ormai uno dei temi del dibattito
politico. Oggi Pere Navarro, il leader dei socialisti catalani è tornato a
chiederla, dopo averlo fatto alcuni giorni fa, altri esponenti politici si sono esposti, facendo presente che se il
Re ci pensasse non si opporrebbero. Articoli cospironoici usciti nella Rete
parlano della preoccupazione di Washington per la deriva spagnola e del
desiderio dei poteri forti del Paese di voltare pagina, in modo gattopardesco: che
tutto cambi, perché niente cambi. Felipe come simbolo di una Spagna rinnovata e
federale, che permetta all'establishment di mantenere intatto il proprio potere,
trattenendo la Catalogna ed Euskadi con il disegno federale del Paese e
consentendo così i vecchi affari di sempre.
Manca però una considerazione importante. Re Juan Carlos si
sarebbe detto disponibile all'abdicazione, a patto che risulti come una sua
decisione, senza pressioni esterne, come motivata dalle sue condizioni di
salute e che si riconoscano i meriti del suo lungo Regno. Difficile dire che in
questo momento non ci siano inviti e pressioni esterne per spingerlo
all'abdicazione.
Ci sono adesso questi mesi di convalescenza, che magari poteranno consiglio a tutti.
Ci sono adesso questi mesi di convalescenza, che magari poteranno consiglio a tutti.