Re Juan Carlos starebbe valutando l'ipotesi dell'abdicazione, a patto che
risulti essere una scelta dovuta alle sue condizioni di salute sempre più
precarie e che ci sia un riconoscimento per la sua figura storica e per il suo
Regno trentennale. Lo sostiene in un lungo articolo con titolo cubitale in Home Page il sito confidenziale elconfidencial.com, uno dei più letti di Spagna.
"Senza mobilità e senza popolarità, danneggiato nell'immagine
pubblica dalla sua relazione con Corinna Sayn-Wittegenstein e adesso anche dal
suo chiacchierato, anche se non dimostrato, intervento per far avere la
presidenza della Fondazione Laureus a suo genero Iñaki Urdangarin, don Juan Carlos è già più
permeabile ad assumere una prossima abdicazione, sempre in un momento più
disteso, che gli permetta quello che senza dubbio merita: lasciare la Prima
Carica dello Stato con il riconoscimento di essere stato il miglior Re della
storia di Spagna" scrive elconfidencial.com, alla vigilia del nuovo
interrogatorio di Iñaki Urdangarin, domani a Palma di Maiorca. La valutazione
del sito sulle necessità dell'abdicazione sono coerenti e condivisibili:
"La permanenza del re alla guida della Corona ha superato la soglia
dell'ottimizzazione della monarchia, in modo tale che la proclamazione di don
Felipe produrrebbe una rigenerazione istituzionale completa, con un effetto
domino in tutto il sistema, adesso zoppicante".
Ed è talmente evidente che la rinascita della Spagna non possa non passare attraverso un nuovo monarca, che ispiri tempi nuovi e sappia
gestirli con gli strumenti delle nuove generazioni, che risulta incomprensibile
come il tema inizi ad essere affrontato solo timidamente dai media e sia
rifiutato (per quanto?) dalla classe politica.
elconfidencial è il primo media di una certa importanza che analizza la
necessità dell'abdicazione di re Juan Carlos, toccato dagli scandali e dalle
condizioni di salute, che lo costringono a entrare in sala operatoria ormai un
paio di volte all'anno (la prossima sarà il 3 marzo, per il riacutizzarsi di un'ernia al disco di cui soffre). Ricorda come il giorno prima dell'intervista televisiva
del sovrano, in occasione dei suoi 75 anni, in cui assicurava di avere ancora
le forze e la ilusión necessarie alla sua carica, il quotidiano El mundo abbia
diffuso un sondaggio molto duro per il Re perché "la monarchia continuava ad
avere un sostegno maggioritario (53,8%), ma il sostegno per il Re era sceso del
26% dal sondaggio precedente, mentre la stima per l'erede aumentava notevolmente. Ma
una leggera maggioranza degli intervistati (il 44,7% contro il 40%) non era
favorevole all'abdicazione, però sì, in modo travolgente, alla
riforma della Costituzione per evitare la prevalenza dell'uomo sulla donna e
un'alta percentuale voleva questa modifica immediatamente".
Tutta la gestione fatta dalla Casa Reale negli scorsi mesi, dal discorso televisivo di Natale all'intervista per i 75 anni, fino agli editoriali apparsi
sui quotidiani a sostegno della continuità di Juan Carlos sembra testimoniare
che l'abdicazione non rientrava davvero nei piani del sovrano, anche se da qualche
tempo rientra nelle strategie della Zarzuela un sempre maggiore protagonismo
del Principe, il membro della Famiglia Reale che ha il maggior numero di atti,
che più si fa vedere e che più discorsi pronuncia. Lo stesso sovrano lo ha
molto lodato nell'intervista televisiva, definendolo "un regalo del
Cielo" come figlio e "il Principe delle Asturie più preparato che
abbiamo avuto" (è anche il primo laureato). Cosa è successo, dunque?
Secondo elconfidencial.com la situazione è precipitata quando le emails consegnate da Diego Torres al giudice José Castro, che indaga sul caso Noos, hanno
dimostrato che non solo il Re sapeva degli affari di Iñaki Urdangarin, ma se
poteva gli dava una mano, attraverso la sua amante, Corinna Sayn-Wittgenstein.
"Il Re ne è uscito danneggiato perché, oltre a rendere chiara la natura
della sua relazione con Corinna, si sarebbe dimostrato che cercava di favorire
il genero". A questo, aggiunge l'articolo, bisogna aggiungere altri
avvenimenti "che compromettono ancora di più la situazione del
Monarca". L'imputazione del segretario delle Infante, Carlos Garcia
Revenga, che era nel CdA di Noos, il ritiro del nome dei Duchi di Palma da una
delle Ramblas del capoluogo baleare, il peggioramento dell'ernia al disco di
cui sarà operato il 3 marzo, "con il rischio temporale o definitivo della perdita della mobilità
delle sue gambe e di doversi muovere in sedia a rotelle".
"Don Juan Carlos è direttamente coinvolto nel caso
Laureus, che è vincolato psicologicamente al caso Noos, la sua salute è
seriamente compromessa, la sua mobilità limitata e la sua popolarità di nuovo
lesionata" scrive elconfidencial.com, ricordando i fischi che hanno
ricevuto il Re alla finale di Coppa di basket, le dure parole di Eva Hache,
presentatrice dei Premi Goya, la richiesta di abdicazione del segretario de
socialisti catalani Pere Navarro, rifiutata dal PSOE perché "esiste un
tacito patto tra le forze politiche secondo il quale la rinuncia del Re deve
arrivare senza 'pressioni né rumore'"
elconfidencial.com scrive anche della solitudine umana del Re, della "sua
amarezza all'aver prova che suo genero non ha fatto una dichiarazione pubblica
che lo lasci al margine dei suoi affari e la sua delusione perché l'Infanta
Cristina non ha dato un passo che isoli l'istituzione. Inoltre la rottura con
la Regina è irreversibile". Sono tutti eventi che hanno costretto la Casa
Reale a rivedere i propri piani per evitare l'abdicazione e consegnare il trono
a Felipe in tempi più propizi. "Il processo al genero di don Juan Caerlos
non si prevede prima di un anno e mezzo. Per allora il Re avrà già
abdicato" assicura elconfidencial.com.
Il Principe, che deve curare la propria immagine e dimostrare quanto sia
lontano dagli scandali e dalla corruzione dei familiari, è stato protagonista
di una copertina di Hola, che lo ha ritratto a passeggio, abbracciato alla
moglie Letizia, "in una fredda notte di febbraio nella Madrid antica, hanno cenato
in un ristorante davanti al Palazzo Reale e sono tornati a casa con la loro
auto, parcheggiata in un parcheggio pubblico della zona". Tutti segnali di
normalità e quotidianità, in cui si può riconoscere qualunque coppia 40enne
spagnola, sposata da tempo, con figli piccoli e con la voglia di trovare una
serata per sé. A questa copertina bisogna aggiungere quella del supplemento
domenicale di El Pais, in occasione dei suoi 45 anni, con un lungo articolo intitolato El tiempo del Príncipe.
Nell'intervista tv per i suoi 75 anni Re Juan Carlos ha
detto che vorrebbe essere ricordato come il sovrano "che ha unito gli
spagnoli e che con loro è riuscito a recuperare la democrazia e la
monarchia". elconfidencial.com conclude: "Forse perché questa eredità
sia possibile, e offrendo un ulteriore servizio allo Stato, don Juan Carlos
farà un passo indietro e consegnerà il testimonio "al Principe delle
Asturie più preparato della storia di Spagna". Inizierebbe una tappa di
profonde riforme politiche per le quali la Corona potrebbe tornare a
comportarsi come la forza di trazione".
E che così sia, perché la Spagna ha urgente bisogno di una guida credibile, che
spinga la classe dirigente a rinnovarsi e gli spagnoli a credere nuovamente nel
proprio Paese e nelle sue potenzialità.
Stamattina fonti della Casa Reale consultate da El Mundo hanno smentito che il
Re pensi all'abdicazione, tema che sta entrando timidamente nel dibattito dei
media e che è già da tempo oggetto di discussioni nelle reti sociali y en las
calles, nelle strade.
In un articolo dedicato oggi agli scandali di Iñaki Urdangarin e, in
particolare ai maneggi per attivare alla presidenza della Fondazione Laureus,
con la collaborazione di Corinna zu Sayn-Wittgenstein, il New York Times
scrive: "Al di là del fatto se Urdangarin abbia violato o meno la legge,
lo scandalo ha evidenziato come la Famiglia Reale usi i propri legami
privilegiati per ottenere che alte cariche firmino accordi commerciali che
permettano uno stile di vita superiore all'appannaggio che i contribuenti spagnoli
pagano alla Famiglia Reale". Un'altra banderilla nel dorso del toro
stanco, re Juan Carlos.