domenica 7 luglio 2013

A febbraio re Juan Carlos voleva abdicare. Adesso chiede 7 anni di tregua

Re Albert del Belgio annuncia l'abdicazione, pochi giorni dopo l'annuncio dell'emiro del Qatar e poco più di due mesi dopo della rinuncia della regina d'Olanda e il commento spagnolo più malevolo è stato, "avrei voluto vedere la faccia di Juan Carlos quando ha saputo della terza abdicazione dell'anno". Sì, perché a ogni abdicazione i media spagnoli iniziano a riparlare dello stile delle monarchie del XXI secolo, che non aspettano la morte del sovrano in carica per passare la fiaccola a una nuova generazione e che preferiscono che il passaggio da un sovrano all'altro sia indolore, una festa senza alcuna malinconia. 
All'annuncio dell'abdicazione belga, i principali quotidiani spagnoli hanno tentato di rassicurare l'opinione pubblica: tranquilli, el Rey non ci pensa neanche ad abdicare, lo farà (se lo farà) solo quando la crisi sarà superata e Felipe potrà prendere in mano il timone di una monarchia salda e di un Paese rafforzato. Ma non sembra che sia andata proprio così.
Secondo quanto ha rivelato ieri La otra crónica di El Mundo, il 75enne re Juan Carlos ci ha pensato eccome, ad abdicare. Ed è stato vicinissimo a cedere il trono a Felipe. E' stato tra il 16 e il 26 febbraio 2013, assicura l'articolo, intitolato I 10 giorni in cui ha considerato abdicare. "E' stata la settimana più critica del regno di Juan Carlos" scrivono Consuelo Font ed Emilia Landaluce, le autrici dell'articolo di La otra crónica. "E' il periodo compreso tra la pubblicazione delle emails più compromettenti tra Iñaki Urdangarín e la principessa Corinna e l'intervista di Sua Altezza Serenissima a El Mundo. Gli avvenimenti di quei 10 giorni di febbraio evidenziavano la deriva dell'istituzione incarnata da don Juan Carlos dalla caduta nel Botswana e l'imputazione di suo genero".
E oltre agli scandali della Corona c'erano anche i problemi di salute, "che mettevano in dubbio la capacità di don Juan Carlos di realizzare il suo ruolo istituzionale": è stato infatti in quel periodo che è stata annunciata l'ennesima operazione del sovrano, la quarta in meno di un anno, stavolta per un'ernia al disco. E, per mettere una ciliegia sulla torta, c'erano anche i sondaggi, che denunciavano l'impopolarità della Monarchia e dello stesso re Juan Carlos, con il crollo dall'80% al 50% degli spagnoli che consideravano positivo il suo regno. 
Davanti a questo panorama, Juan Carlos ha davvero considerato l'abdicazione. Poi.
Poi ci sono stati un articolo di elconfidencial.com, che ha rivelato i progetti del sovrano, legandoli agli scandali che coinvolgevano la Corona e la richiesta di abdicazione da parte di Pere Navarro, Segretario dei Socialisti Catalani. Sono stati due eventi che hanno fatto emergere le indiscrezioni che giravano allora per Madrid. "Una persona spesso a contatto con il monarca suggerisce: "Fino ad allora il Re voleva delegare mano a mano il Regno al figlio. Mettersi in secondo piano e dedicarsi un po' di più alla sua vita personale. E non lo nascondeva alle persone che lo frequentavano. Spesso la gente dimentica tutto quello che ha sacrificato per il bene della Spagna" dice questo fervente monarchico "Non credo che fino a quella settimana volesse abdicare, perché gli piace essere il Re di Spagna". Poi tutto è cambiato quella settimana".
Quando le voci si sono moltiplicate, la Zarzuela si è fermata e ha smentito ogni progetto di cessione del potere. Perché si è tirata indietro? "Don Juan Carlos non vuole lasciare a suo figlio un auto con la benzina in riserva. Prima deve riabilitare l'immagine della Corona. E sembra che continui impegnato in questo" conclude La otra crónica
L'abdicazione, giuravano allora i media spagnoli, era prevista per la Settimana Santa. Ma l'imputazione dell'Infanta Cristina e il libro di David Rocasolano, Adiós Princesa, hanno cambiato le carte in tavola. Hanno rivelato come la corruzione e il malaffare siano arrivati vicinissimo al Capo di Stato e come i futuri sovrani non siano così affidabili e credibili come li ha venduti la propaganda dei media affini. Così il Re deve rimanere al suo posto, per cercare di rilanciare l'immagine della monarchia. O, almeno, pensa che questo debba essere il suo ultimo servizio all'istituzione e alla Spagna.
Secondo Blanca Cano, che firma la sezione confidenziale di elpulso.es, il sovrano avrebbe chiesto ai media spagnoli sette anni di tregua, per rimettere le cose in ordine. Sette anni che gli serviranno non solo a rilanciare la credibilità della monarchia, ma anche a verificare la tenuta del matrimonio dei Principi delle Asturie. Juan Carlos non si fida di Letizia e "non condivide il suo modo di intendere il suo ruolo di principessa consorte, come se fosse un lavoro con orario e fine settimana liberi"; perciò vuole aspettare "per vedere come si evolve il matrimonio del figlio e il ruolo di Letizia, che mano a mano che ha guadagnato sicurezza è diventata più autoritaria ed esigente. La principessa non ha niente a che vedere con l'atteggiamento della regina, che ha sempre sorriso e taciuto". 
Divorzio possibile per gli Asturie? Dopo il precedente dell'Infanta Elena, non si può escludere per il futuro re, ma è anche vero che Juan Carlos non può dare molti consigli sul matrimonio dei Principi, visto lo stato del suo. Rimane la conferma che Letizia Ortiz più che essere il valore aggiunto di Felipe (come Máxima Zorreguieta o Mathilde d'Udekem d'Acoz lo sono per Willem Alexander e Philippe) è uno dei suoi grandi problemi sulla strada per il trono.