venerdì 2 novembre 2012

Il compleanno più ribelle della regina Sofia di Spagna, stanca di re Juan Carlos

Ci sono solo due giorni di differenza tra i compleanni della donna più anziana e dell'erede più giovane della Famiglia Reale spagnola: la regina Sofia è nata il 2 novembre, l'Infanta Leonor il 31 ottobre. Sono solo due generazioni e un mondo di differenza.
Leonor è l'erede dell'erede al trono più sconosciuta d'Europa. Un paio di settimane fa, quando Christian di Danimarca ha compiuto 7 anni, la Casa Reale danese ha diffuso una serie di fotografie del principino, che, dettaglio tenero (e in fondo manipolatore, ma ci sta benissimo), gli ha scattato sua madre Mary. Un paio di giorni fa, i media spagnoli hanno dedicato ampio spazio ai 7 anni dell'Infantita senza pubblicare una sola foto nuova, perché la Zarzuela ha fatto passare la data sotto silenzio: le ultime immagini di Leonor risalgono al suo primo giorno di scuola, ormai un paio di mesi fa.
Non ci sono immagini, e neanche tanti articoli, per festeggiare il compleanno della regina Sofia.
Sua Maestà compie 74 anni, portati fisicamente benissimo, gestiti impeccabilmente nel ruolo di sovrana, compiuti in uno dei peggiori momenti della monarchia spagnola. Qualche anno fa, scrivendo su Rotta a Sud Ovest della separazione dell'Infanta Elena da Jaime de Marichalar, la definivo come il momento clou dell'annus horribilis dei Reali spagnoli. Magari. Da allora è stato un susseguirsi di anni horribiles, che il divorzio di Elena e Jaime sembra un episodio minore, nonostante la sua gravità, per una Famiglia Reale che si definisce cattolica.
Solo quest'anno, per non fare un ripasso completo, ci sono stati l'esplosione dello scandalo Urdangarin, con le rivelazioni sugli affari non etici e le evasioni fiscali di Iñaki all'estero, la caduta di re Juan Carlos nel Botswana, con conseguente scoperta pubblica del suo legame pluriennale con la principessa tedesca Corinna Sayn-Wittgenstein, l'incidente di Felipe Juan Froilán, il figlio dell'Infanta Elena che si è sparato a un piede (e la regina Sofia che sdrammatizza dicendo: "Sono cose che capitano sempre con i bambini"…. Chiaro, Maestà, tutti i 13enni vanno in giro con un'arma nei weekend). E in mezzo, i crescenti fischi di disapprovazione alla Famiglia Reale in buona parte delle sue apparizioni pubbliche: dall'inaugurazione della Feria del Libro di Madrid, con le contestazioni a Felipe e Letizia, alla Cerimonia dei Premi Principe de Asturias, con i fischi ai Principi e alla Regina, fino a Valencia, dove le contestazioni hanno toccato per la prima volta la Regina, da sola in un atto. E se gli spagnoli fischiano anche Sofia, la loro regina impeccabile e irreprensibile, che si è guadagnata stima e simpatia (affetto, chi lo sa), rappresentando con dignità e serietà il suo ruolo, chissà che futuro ci potrà essere, per la Monarchia del post-Juan Carlos.
Il punto di inflessione della Monarchia spagnola non è stato tanto lo scandalo Urdangarin, quanto il viaggio di Juan Carlos nel Botswana per una sessione di caccia grossa. E' stato allora che gli spagnoli hanno capito che il problema non era solo Iñaki. Che la corruzione, un certo modo frivolo di condurre la vita, nonostante la crisi economica devastante e dolorosa, una certa ipocrisia cattolica, altrettanto devastante, erano parte della vita di re Juan Carlos. E alla Monarchia spagnola potete toccare Felipe e Letizia, potete criticare Elena e Cristina, ma non potete toccare il Re. Re Juan Carlos lo stimano tutti, monarchici e repubblicani, ed è difficile che uno spagnolo, pur indisposto nei suoi confronti, per gli errori e le ambiguità, non riconosca il suo ruolo nell'instaurazione e nella difesa della democrazia. Difficile trovare uno spagnolo che non si definisca juancarlista e che non guardi con una certa apprensione al futuro, sempre più prossimo, senza il Re. Se anche re Juan Carlos è frivolo, poco accorto, ipocrita e corrompibile, cosa resta?
Non resta neanche la Regina Sofia. Che da quando Corinna è diventata nome pubblico e conosciuto, va por libre, si fa i fatti propri e non si sente neanche più obbligata a fingere. E' come se avesse ritrovato se stessa e la propria libertà, negate per anni da un matrimonio di facciata, in cui lei aveva romanticamente creduto. Chissà che l'incidente nel Botswana non sia stato come un incubo per il re e come una liberazione per la regina.
E' stato allora che ha iniziato a lanciare segnali evidenti di ribellione e disaccordo. E' andata a trovare il marito in ospedale con tre giorni di ritardo, perché era in vacanza in Grecia con la famiglia d'origine e non si è premurata di tornare in Spagna; in ospedale ha liquidato la pratica in 20 minuti 20 ed è tornata a casa, tra gli applausi di Twitter, più che mai dalla sua parte. Passa sempre più tempo a Londra, dove vivono il fratello e i nipoti, e si vede in pubblico sempre più raramente con il marito: se prima fingevano, adesso si ignorano platealmente, perché non sono riusciti neanche a rimanere amici. Probabilmente è Sofia, che non ha voglia di essere amica di un uomo che l'ha spudoratamente tradita per decenni, senza curare le apparenze nei circoli più alti (e maschilisti), che sanno e che hanno sempre saputo.
Così ha continuato a mantenere i contatti con Iñaki e Cristina e si è fatta addirittura fotografare in loro compagnia a Washington, causando sfuriate monumentali di re Juan Carlos (e non è difficile immaginare che ci sia stata anche una certa componente di rivalsa coniugale, in quella copertina di Hola, a Washington). E' ancora lei che ha organizzato le vacanze con tutti i nipotini a Palma di Maiorca, per mantenere una parvenza di legami familiari e affettivi (poi i figli collaborano come collaborano e amen).
Alla vigilia dei suoi 74 anni, ieri, la regina ha sorpreso tutti perché ha querelato l'agenzia di incontri Ashley Madison, che otto mesi fa, subito dopo l'incidente del Botswana, aveva utilizzato la sua immagine, senza il suo consenso, per invitare tutte le donne tradite a iscriversi, per non rimanere a casa a rimuginare e per ritrovare notti insonni, non per le pene, ma per i piaceri dell'amore. Ci ha messo otto mesi, la regina, per scendere in campo ed esigere una riparazione per il suo onore offeso (be', Maestà, la denuncia se la meriterebbe suo marito; l'agenzia Le ha dato un ottimo suggerimento, più che altro). Lo ha fatto non come sovrana, ma come privata cittadina: dovrà pagare avvocato e denuncia con le proprie risorse. E pare che anche stavolta abbia deciso infischiandosene del marito e della Zarzuela.
Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Auguri, Maestà.